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Incontro con Ferdinando Scianna

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Incontro con Ferdinando Scianna

Gennaio 23, 2019      In Senza categoria Commenti disabilitati su Incontro con Ferdinando Scianna

 

Ferdinando Scianna

Le tre parole chiave della mia fotografia? Memoria, viaggio, racconto. Parla così il grande Meastro fotografo Ferdinando Scianna e ci racconta come ha deciso di proporci la sua mostra ai Musei San Domenico di Forlì. Bè sentire parlare un fotografo di tale spessore è indubbiamente emozionante e avvincente, ci parla di come è iniziato per gioco il suo rapporto con la fotografia dopo che suo padre gli regalò una macchina fotografica. Forse, dico io, non serve solo avere una buona macchina fotografica tra le mani per diventare poi un nome della fotografia italiana ma credo che “l’occhio”, lo sguardo siano essenziali per riuscire a capire cosa fotografare e cosa no. Come dice Scianna la fotografia ha un forte valore di testimonianza ecco perchè sceglie di iniziare a fotografare prima di tutto la sua terra, la Sicilia, la sua gente, quelli di Bagheria e sceglierà di proiettare le sue immagini nella piazza del paese per ricordare e far ricordare le persone.

“Io le fotografie le incontro”. E’ una frase che mi ha colpito. L’insegnamento è che le fotografie non si vanno a ricercare ma bisogna cogliere l’attimo di quel momento, quel paesaggio, quelle luci e ombre, bisogna fermarsi e scattare la fotografia. Ecco una delle ossessioni di Scianna: le luci e le ombre. In alcune sue fotografie questo gioco crea da solo la forza dell’immagine. “Essendo nato in Sicilia dove c’è sempre un sole accecante, a differenza di molti fotografi che in Sicilia partono a fotografare cercando la luce, io invece cerco le ombre”.

Pensiamo solo che uno dei migliori amici di Scianna è stato Henri Cartier Bresson, insomma due pilastri della fotografia mondiale che si incontrano ed è prorpio da qui che parte l’avventura di Scianna all’agenzia fotografica internazionale Magnum Photos. Primo fotografo italiano che ne fa parte dal 1982. Scianna viaggia, gira per il mondo durante l’esperienza da fotoreporter per L’Europeo ma alla fine ritorna sempre l’attaccamento per la sua terra natìa. E torna in Sicilia per continuare a fotografare i suoi posti e infatti ripete più volte per me la Sicilia è la mia memoria, memoria e racconti in “Quelli di Bagheria”, che è stato uno dei quasi 50 libri che ha realizzato nella sua lunga storia di fotografo. Ed è qui che parla dell’importanza dei testi, della scrittura in strettissima relazione con la fotografia. Libri e immagini fotografiche hanno linguaggi diversi, è importante fotografare ma è importante pure sapere scrivere e spiegare le proprie immagini.
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