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Quei borghi felliniani

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Quei borghi felliniani

marzo 29, 2017      In Senza categoria Commenti disabilitati su Quei borghi felliniani

 

Era proprio qua in questi borghi al di là del Ponte di Tiberio, a Rimini, che il grande Maestro Federico Fellini pensò di ambientare alcuni suoi capolavori come ad esempio “Amarcord”. Tante piccole casette colorate si susseguono nelle strette vie del “borgo” Riminese. Ricorda un antico borgo di pescatori, vicino al fiume Marecchia che attraversa la città. Fellini si ispira alla sua città natale e così in una Rimini onirica, ricostruita a Cinecittà, ambienta il suo film “Amarcord” che in dialetto romagnolo significa proprio mi ricordo. E inizia a raccontare una serie di strani personaggi che si mescolano nei suoi ricordi d’infanzia. Il regista narra la vita nell’antico borgo e dei suoi più o meno particolari abitanti: le feste paesane, le adunate del “sabato fascista“, la scuola, i signori di città, i negozianti, il suonatore cieco, la donna procace ma un po’ attempata alla ricerca di un marito, il venditore ambulante, il matto, l’avvocato, quella che va con tutti, la tabaccaia dalle forme giunoniche, i professori di liceo, i fascisti, gli antifascisti e il magico conte di Lovignano, ma soprattutto i giovani del paese, adolescenti presi da una prepotente “esplosione sessuale”.

“Non è la memoria che domina i miei film. Dire che i miei film sono autobiografici è una disinvolta fregnaccia. Io la mia vita me la sono inventata. L’ho inventata apposta per lo schermo.”

Federico Fellini

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